Il dito a scatto è una patologia della mano che si presenta con dolore e limitazione durante i movimenti di flessione ed estensione delle dita.
Spesso riguarda un solo dito della mano (soprattutto l’anulare) e chi ne soffre sente, prima, un blocco doloroso e, poi, uno “scatto” che libera il movimento del dito.
Da qui, il nome “dito a scatto”!

Il dito a scatto colpisce circa il 3% della popolazione ed è più frequente nei pazienti di età compresa tra i 50-60 anni.
Si tratta di un disturbo che piò compromettere le attività quotidiane, come utilizzare degli oggetti, cucinare, guidare, e durante le mansioni lavorative.
Anche perché nel 70% dei casi il dito a scatto si presenta nella mano dominante.
Se anche a te capita di sentire il dito che si blocca quando cerchi di piegarlo ed estenderlo, ti consiglio di seguire fino in fondo questo articolo.
È una guida pratica che ti aiuterà a comprendere perché avviene il dito a scatto, quali sono le fasi, i sintomi e (soprattutto) i rimedi da mettere subito in pratica.
Ti parlerò in particolare della fisioterapia basata su esercizi per ridurre il dolore e la rigidità del dito a scatto.
Inoltre, possiamo aiutarti con una consulenza fisioterapica personalizzata!
Il nostro Team Fisiosocial è composto da fisioterapisti esperti ed aggiornati, pronti ad accoglierti negli studi fisioterapici di Milano e Brescia o con sedute di fisioterapia a distanza.
Per richiedere la tua consulenza, clicca qui in basso:
Adesso, scopriamo di più sul dito a scatto!
Perché avviene il dito a scatto
Le dita della mano sono costantemente impegnate durante i gesti quotidiani, nelle attività di presa e nella manipolazione di strumenti.
Questi movimenti ad alta precisione avvengono grazie ai tendini estensori e flessori, che piegano ed estendono le dita permettendo di chiudere e aprire la mano.
I tendini sono rivestititi dalle guaine tendinee e scorrono all’interno di un sistema di pulegge. Un meccanismo ben articolato che regola ulteriormente la mobilità fine delle dita.
In presenza di un dito a scatto, la guaina che riveste il tendine va incontro ad un processo infiammatorio con conseguente aumento del suo volume.
L’ispessimento della guaina tendinea limita il normale scivolamento del tendine nella puleggia, fino a provocare un blocco nell’esecuzione della flessione ed estensione del dito.
Quando il “nodulo” tendineo riesce a superare l’impedimento (attivamente o grazie all’aiuto dell’altra mano), si sente lo “scatto” caratteristico di questo disturbo.
- Ma, facendo un passo indietro, cosa provoca l’infiammazione nel dito a scatto?
La causa principale del dito a scatto è il sovraccarico ripetuto attraverso attività manuali che generano eccessivo stress sul tendine e sulle pulegge.
Solitamente è interessata la prima puleggia che si trova alla base del dito, vicino al metacarpo.
Questa puleggia è soggetta ad alte pressioni soprattutto durante prese di potenza e facendo sforzi continui in apertura e chiusura delle dita.

Ad esempio, il dito a scatto può insorgere nelle persone che maneggiano strumenti pesanti, nel giardinaggio, nella falegnameria, o in chi pratica arrampicata.
Quindi, se nelle ultime settimane hai sforzato di più la mano e senti il dito che non si estende, potresti aver eccessivamente sovraccaricato il tendine flessore del dito.
Ricorda: colpisce più frequentemente l’anulare, ma possono essere interessate tutte le dita!
I dati statistici dimostrano anche che il dito a scatto è più comune nei pazienti che soffrono di diabete, patologie renali e artrite reumatoide.
In più, è associata ad altre patologie della mano come la sindrome del tunnel carpale e la tendinite di de Quervain.
Il dito a scatto, però, non compare in tutti i pazienti con le stesse modalità.
Possono esserci una serie di sintomi e diverse fasi che permettono di riconoscere il dito a scatto precocemente e, una volta confermata la diagnosi, di intervenire con le giuste terapie.
Ecco quali sono i sintomi e le quattro fasi del dito a scatto.
Dito a scatto: fasi e sintomi
Il dito a scatto si manifesta inizialmente con dolore e gonfiore localizzato alla base del dito, in prossimità della puleggia.
- In questa prima fase, il movimento del dito potrebbe essere irregolare ma senza limitazioni durante la flesso-estensione.
- Con il passare delle settimane o mesi, se l’infiammazione non diminuisce, il dolore aumenta ed iniziano ad esserci episodi occasionali di blocco soprattutto al mattino o durante gli sforzi.
In questa seconda fase, il paziente riesce ad estendere attivamente (correzione attiva) il dito e a superare l’impedimento, avvertendo lo scatto.
- Nel terzo stadio, il dito rimane piegato con maggiore frequenza, i movimenti sono più limitati, ed è necessario l’aiuto dell’altra mano (correzione passiva) per riportarlo nella posizione iniziale.
- Infine, nell’ultima fase si sviluppano contratture diffuse che fissano il dito in flessione e ne impediscono il ritorno in estensione.
La diagnosi di dito a scatto viene eseguita osservando la presenza del blocco del movimento, palpando il “nodo” doloroso a livello della puleggia ed escludendo altre patologie della mano.
In determinati casi, il medico potrebbe eseguire un’ecografia per visualizzare meglio il tendine, la guaina e la puleggia interessata.
Quindi, una volta confermata la diagnosi, vengono scelte le terapie per il guarire dal di dito a scatto che possono essere di tipo conservativo o chirurgico.
I trattamenti conservativi si basano su terapie farmacologiche (infiltrazioni di corticosteroidi), tutori e fisioterapia.
La fisioterapia per il dito a scatto è una delle prime scelte con l’obiettivo di migliorare lo scorrimento del tendine e la circolazione locale, attraverso terapie manuali ed esercizi.
Nel prossimo paragrafo ti parlerò proprio degli esercizi e dei rimedi da mettere in pratica per il dito a scatto.
Se adesso desideri richiedere un consulto fisioterapico per il tuo caso clinico, puoi farlo cliccando ai link qui in basso e scegliendo la modalità più comoda per te:
Riabilitazione del dito a scatto con esercizi
Il dito a scatto (conosciuto anche come “tenosinovite stenosante”) è un disturbo che dipende principalmente dal sovraccarico sul tendine flessore delle dita.
- Di conseguenza, un primo rimedio da mettere in pratica è osservare un periodo di riposo dalle attività che stressano ulteriormente la mano.
Aspetta, non si tratta di stare fermi in assoluto!
Piuttosto, di evitare o modificare tutte quelle attività che sforzano eccessivamente la presa e che possono irritare ulteriormente le dita.
- In alcuni studi scientifici viene consigliato l’uso di un tutore per sei settimane per i lavoratori manuali, in modo da ridurre la frizione nel tendine ed alleggerire la pressione sulla puleggia.
Oltre a ridurre le attività che aggravano i sintomi e allo splint (tutore), ci sono delle terapie attive basate su esercizi che possono aiutarti in caso di dito a scatto.
Attraverso gli esercizi terapeutici riuscirai ad aumentare lo stato di salute del tendine e della guaina, agevolare lo scivolamento nella puleggia e a ridurre l’edema infiammatorio.
Gli esercizi raccomandati in presenza del dito a scatto sono:
- Esercizi di mobilità specifica del dito.
Un esempio è l’esercizio “dell’uncino” in cui si esegue una flessione solo delle falangi distali (dove c’è l’unghia) senza piegare il resto del dito.
Oppure si possono fare degli allungamenti passivi del dito interessato utilizzando l’altra mano per sostenere e facilitare il movimento.
- Esercizi di mobilità globale del polso e della mano, concentrandosi sullo stretching dei flessori senza forzare sul dolore (come nella foto qui in basso)

In questo esercizio potresti sentire allungare i muscoli anteriori a livello della mano e dell’avambraccio.
Per vedere come fare correttamente questi esercizi e ricevere tutte le indicazioni sul dito a scatto, puoi guardare questo nostro video cliccando qui.
Grazie agli esercizi stiamo aiutando diversi pazienti con dito a scatto a ridurre il dolore, riacquistare la mobilità e a non avere più limitazioni nei movimenti quotidiani.
Il nostro impegno come fisioterapisti è proprio quello di rendere ciascun paziente indipendente e padrone della propria salute.
Crediamo, infatti, che la vera cura debba essere nelle mani della persona ed è per questo motivo che i nostri programmi si basano su esercizi e sulla riabilitazione fisioterapica attiva.
Se vuoi essere seguito personalmente e avere informazioni dettagliate, puoi richiedere una consulenza fisioterapica con il team di Fisiosocial.
Studieremo a fondo il tuo caso clinico, sceglieremo le migliori terapie e, infine, ti guideremo verso il miglioramento del tuo stato di salute.
Clicca qui in basso:
A presto!
Bibliografia
- Donati, D., Ricci, V., Boccolari, P., Origlio, F., Vita, F., Naňka, O., … & Tarallo, L. (2024). From diagnosis to rehabilitation of trigger finger: a narrative review. BMC Musculoskeletal Disorders, 25(1), 1061.
- Makkouk, A. H., Oetgen, M. E., Swigart, C. R., & Dodds, S. D. (2008). Trigger finger: etiology, evaluation, and treatment. Current reviews in musculoskeletal medicine, 1, 92-96.
- Yanko, E., Thomson, C., Bourassa, R., Gasmo, C., Le, T., & Crockett, K. (2025). A collaborative interdisciplinary approach for trigger finger management. Journal of Hand Therapy.
- Salim, N., Abdullah, S., Sapuan, J., & Haflah, N. H. M. (2012). Outcome of corticosteroid injection versus physiotherapy in the treatment of mild trigger fingers. Journal of Hand Surgery (European Volume), 37(1), 27-34.
- Akhtar, S., Bradley, M. J., Quinton, D. N., & Burke, F. D. (2005). Management and referral for trigger finger/thumb. Bmj, 331(7507), 30-33.
- Belloti, J. C., Sato, E. S., & Faloppa, F. (2022). Tratamento do Dedo em Gatilho. Revista brasileira de ortopedia, 57(06), 911-916.