La fascite plantare è la principale causa di dolore al tallone e alla pianta del piede negli adulti.
Secondo gli studi, la fascite plantare può coinvolgere circa il 10% delle persone e, soprattutto, le donne over-40, i lavoratori che passano molto tempo in piedi e i runner.
E siccome i sintomi interessano la pianta del piede, chi ne soffre ha difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane (come camminare o fare le scale) e sportive.
È una patologia che può durare anche 9-12 mesi se non trattata, di conseguenza è fondamentale saperla riconoscere e impostare sin da subito un efficace trattamento riabilitativo.
In questo articolo, ti spiegherò che cos’è la fascite plantare, quali sono le cause, i sintomi e come la fisioterapia per la fascite plantare possa aiutarti.
Inoltre, puoi richiedere una consulenza nei nostri studi di Milano, Brescia, oppure online cliccando ai link qui in basso:
Potrai parlare con il fisioterapista e richiedere delle sedute personalizzate, attente e specifiche per il tuo caso clinico.
Bene!
Adesso segui le prossime righe fino all’ultimo paragrafo, in cui troverai i rimedi da mettere in pratica per alleviare il dolore.
Che cos’è la fascite plantare?
La fascite plantare è una patologia da sovraccarico che colpisce la fascia plantare.
Si tratta di un tessuto che dal calcagno (un osso che compone il tallone) si inserisce a livello delle ossa metatarsali, quindi in prossimità delle dita dei piedi.
Così facendo, forma un “arco” che avvolge la pianta e garantisce al piede la stabilità e la spinta necessaria per poter stare in piedi, camminare, correre e saltare.
Infatti, la sua funzione è quella di assorbire il carico durante la fase di appoggio del tallone e “restituirlo” in maniera elastica per favore l’avanzamento e la propulsione del piede.
Come una molla!
Però, quando la quantità di carico da sopportare aumenta (ad esempio se si sta molto tempo in piedi, nelle corse lunghe o nei salti) il piede subisce dei “microtraumi” ripetuti e può comparire la fascite plantare.
Inizialmente, si pensava che questo portasse ad un’infiammazione della fascia (da cui il nome “fascite”)
Studi recenti hanno escluso la presenza di sostanze infiammatorie e hanno evidenziato, invece, un processo degenerativo e un’alterazione della vascolarizzazione della fascia plantare.
In poche parole, le cellule e le fibre che compongono la fascia perdono la loro organizzazione iniziale e non sono più in grado di resistere bene ai carichi, come accade nelle patologie dei tendini (tendinopatie).
Per questo, in alcune diagnosi mediche potresti trovare scritto “fasciopatia plantare”, piuttosto che fascite.
Questa distinzione, inoltre, ci permette anche di individuare il miglior trattamento per ridurre il dolore e riprendere a camminare.
Diversi pazienti, infatti, vengono nei nostri studi dopo aver provato cure passive (come ultrasuoni, cerotti o tutori) senza alcun beneficio.
- Come mai queste terapie non hanno effetto?
- E quali sono, invece, i trattamenti da fare?
Tra poco te ne parlerò…
Prima scopriamo quali sono le cause della fascite plantare e come fare per riconoscerla.
Cause e sintomi della fascite plantare
Essendo una patologia da sovraccarico, una delle cause più comuni di fascite plantare è un aumento del tempo che si passa in piedi.
Ad esempio, se sei un corridore, potresti aver aumentato la distanza delle sessioni di corsa troppo precocemente; oppure hai svolto delle camminate più lunghe rispetto al solito.
Anche la professione che svogli può essere un fattore.
Infatti, la fascite plantare spesso interessa militari, camerieri, il personale sanitario o altre categorie di lavoro in cui si passa molte ore in piedi durante la giornata.
In più, bisogna considerare altri fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare la fascite plantare, tra cui:
- Il sovrappeso;
- la debolezza dei muscoli della pianta del piede;
- la rigidità della caviglia e del polpaccio;
- un piede piatto o un piede cavo.
Quindi, se sei una lavoratrice o uno sportivo che passa molte ore in piedi, hai una caviglia rigida nei movimenti e una debolezza a carico dei muscoli della pianta….
Potresti incorrere nella fascite plantare!
Ed ecco come fare per riconoscerla.
- Innanzitutto, presta attenzione ai tuoi sintomi.
Uno dei sintomi principali della fascite plantare è il dolore al calcagno, nella parte posteriore e inferiore del piede, che si presenta soprattutto nei primi passi del mattino.
I pazienti, infatti, ci dicono: “Dottore, appena scendo dal letto mi fa subito male il piede”.
Il dolore potrebbe anche estendersi lungo la pianta e coinvolgere la base delle dita.
In caso di fascite, potresti avere difficoltà a camminare a piedi nudi, su superfici dure e appena ti alzi dopo esser stato seduto per un po’ di tempo (ad esempio a lavoro, a scuola o al cinema).
I sintomi, inizialmente, tendono a migliorare camminando ma poi si ripresentano all’aumentare dello sforzo fisico e si ha la sensazione di avere il “piede stanco”.
Oltre al dolore, se soffri di fascite plantare, potresti avere una maggiore rigidità della caviglia, del tendine di Achille e debolezza dei muscoli del piede.
- Dopo aver indagato i sintomi e la tua storia clinica, il medico potrebbe richiedere degli esami strumentali per confermare la diagnosi.
Un’indagine che spesso viene eseguita è l’ecografia della pianta del piede che, in caso di fascite, evidenzia un aumento di spessore della fascia plantare.
Le radiografie, invece, sono d’aiuto per escludere altre patologie, come le fratture da stress.
E nei raggi, alcune volte, potrebbe comparire la cosiddetta “spina calcaneare” che viene spesso descritta come una causa di fascite plantare.
Aspetta!
Nuove ricerche hanno dimostrato come la spina calcaneare sia presente anche in persone che non hanno dolore al piede e, quindi, non sarebbe una causa diretta di fascite plantare.
Inoltre, la spina calcaneare può rimanere anche dopo il percorso di fisioterapia senza dare alcun sintomo al tallone!
Se ti è stata fatta diagnosi di fascite plantare e/o spina calcaneare e vuoi sapere cosa fare per stare meglio, puoi farlo richiedendo una consulenza personalizzata:
Ok, siamo arrivati alla parte più attesa: i rimedi per la fascite plantare.
Fascite plantare: i rimedi più efficaci
“Fai gli ultrasuoni per ridurre la tensione…prova con il laser…metti i cerotti per sfiammare.”
Gli ultrasuoni, il laser, i cerotti, così come altre terapie passive, spesso vengono provate dai pazienti per ridurre il dolore ma senza ottenere grossi benefici.
In alcuni casi, sembrano momentaneamente funzionare ma, dopo poco tempo, i sintomi ritornano e il piede risulta sempre rigido e indolenzito.
Perché questi trattamenti non vanno direttamente a trattare le cause della fascite plantare e non migliorano la capacità della fascia, e delle altre strutture del piede, di assorbire i carichi.
Gli studi scientifici, infatti, hanno dimostrato come il maggior livello di cura per la fascite plantare si basa su un programma di esercizi di rinforzo e stretching per circa 4-5 settimane.
E ora ti spiego (e ti mostro) cosa fare!
Iniziamo dallo stretching e dagli esercizi di mobilità.
L’allungamento della fascia plantare e dei muscoli del polpaccio è indicato per alleviare il dolore al piede e ridurre le tensioni muscolari.
Ecco un esercizio di stretching del polpaccio:
- Metti le mani contro un muro mentre ti trovi di fronte ad esso. Posiziona il piede da allungare più indietro rispetto all’altro, mantenendo il ginocchio dritto. Piegati in avanti sul muro, flettendo il ginocchio anteriore e mantenendo il tallone posteriore a terra. Mantieni la posizione per 20-30 secondi e rilassa. Esegui due o tre serie.
Inoltre, è importante svolgere degli esercizi di mobilità della caviglia per diminuire la rigidità articolare e agevolare i movimenti.
In aggiunta all’allungamento, è necessario rinforzare i muscoli della pianta del piede e del polpaccio.
Gli esercizi di rinforzo per i muscoli del piede e della gamba miglioreranno la capacità di tollerare lo stress meccanico e “aiuteranno” la fascia nell’assorbire i carichi.
Di conseguenza, otterrai benefici reali e a lungo termine.
- Cliccando qui potrai vedere due esercizi utili per la fascite plantare e una tecnica di automassaggio per la pianta del piede.
Un ultimo aspetto da considerare quando si ha la fascite plantare è modificare la quantità di carico.
Ad esempio, se sei un/una runner riduci le distanze delle sessioni di corsa o, momentaneamente, utilizza la cyclette per mantenere uno stile di vita attivo senza incrementare il dolore.
Oppure durante la giornata lavorativa, prova ad inserire delle pause per sederti, fare un po’ di stretching e diminuire lo stress sul piede.
Quando il dolore si riduce, potrai riprendere gradualmente a svolgere le tue attività preferite, seguendo questi consigli:
- non avere fretta nel riprendere i carichi (distanza, velocità, ritmo);
- rispetta il giusto recupero per non sovraccaricare la fascia;
- continua a svolgere gli esercizi di rinforzo e mobilità per prevenire delle recidive;
- utilizza delle calzature comode.
Se desideri richiedere una consulenza approfondita, dettagliata e scrupolosa per intraprendere il giusto percorso e guarire dalla fascite plantare, clicca qui in basso
A presto!
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