Francesco Lanzini

Protesi inversa spalla: riabilitazione post-intervento

Sintomi

Dolore acuto
Rigidità
Mancanza di forza
  • Hai fatto (o devi fare) un intervento di protesi inversa spalla?

  • Vuoi sapere le fasi della riabilitazione dopo la protesi inversa di spalla?

  • Quanto tempo ti servirà per recuperare dopo l’intervento?

In questo articolo otterrai le risposte che cerchi per saperne di più sulla protesi inversa di spalla.

Ti parlerò dell’anatomia della spalla, ti spiegherò come funziona la protesi inversa e, nell’ultima parte, ti mostrerò il programma riabilitativo per ripristinare la mobilità e la forza.

protesi inversa spalla

È ciò che facciamo quotidianamente!

Nei nostri studi di fisioterapia di Milano e Brescia, ci impegniamo ad aiutare i pazienti con protesi inversa spalla utilizzando un protocollo di fisioterapia adatto ad ogni persona.

Sappiamo bene che ogni caso è differente.

Infatti, cerchiamo sempre di combinare le indicazioni del chirurgo ortopedico con le raccomandazioni scientifiche e, soprattutto, rispettando i sintomi del paziente.

Grazie ad un team di fisioterapisti esperti e aggiornati, nei nostri studi fisioterapici potrai ricevere le cure necessarie per superare l’intervento alla spalla e ritornare alle tue attività preferite.

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Probabilmente avrai già sentito parlare di tendini, cuffia dei rotatori o artrosi alla spalla

Cerchiamo di fare chiarezza.

Protesi inversa spalla: anatomia

Quando si parla di “spalla”, spesso, si fa riferimento all’articolazione scapolo-omerale, che è composta dalla testa dell’omero e dalla glena, una cavità della scapola.

In realtà, questa è solo una delle cinque articolazioni che definiscono la regione della spalla e, che, nell’insieme ci permettono di muovere il braccio in tutte le direzioni.

Questa ampia mobilità della spalla dipende dai numerosi muscoli che si inseriscono al livello dell’omero.

  • Ad esempio, ci sono muscoli che alzano (movimento di flessione) la spalla come il grande pettorale, il deltoide anteriore, il coracobrachiale e il bicipite brachiale.

  • Oppure il muscolo gran dorsale, il grande rotondo, il deltoide posteriore e il tricipite che invece permettono l’estensione della spalla, portando il braccio dietro la schiena.

  • La spalla viene anche sollevata lateralmente, grazie all’azione del deltoide e del muscolo sovraspinato (e al contributo dei muscoli della scapola).

E proprio il sovraspinato è uno di quei muscoli che potresti aver sentito nominare in merito alla protesi inversa spalla.

O meglio, il suo tendine, che corrisponde alla parte del muscolo che si inserisce sull’osso.

In particolare, il tendine del sovraspinato (o sovraspinoso), insieme a quelli del sottoscapolare, sottospinato e piccolo rotondo compongono la cosiddetta “cuffia dei rotatori”.

  • Questa struttura ha il compito di stabilizzare la testa dell’omero all’interno della cavità della scapola, ruotare all’interno e all’esterno la spalla, e contribuisce ad una corretta meccanica durante l’elevazione.

Grazie alla cuffia dei rotatori possiamo abbottonare la giacca, allacciare il reggiseno, indossare una camicia o lavarci i capelli.

Ed oltre ai muscoli e ai tendini, ci sono dei tessuti più profondi, in prossimità dell’articolazione, che permettono un corretto rapporto tra le ossa.

Come la cartilagine articolare, il cercine glenoideo, la capsula e i legamenti.

Questi elementi sono “condizionati” dalla cuffia dei rotatori e proprio quando vi è una grave patologia a carico dei tendini potrebbe essere indicata la protesi inversa di spalla.

Cos’è la protesi inversa di spalla e quando si fa

La protesi inversa spalla è un intervento chirurgico che modifica la geometria dell’articolazione.

Nello specifico, si tratta di una procedura in cui viene invertita la posizione della parte concava (glena della scapola) con la parte convessa (testa dell’omero).

Nella protesi inversa di spalla, dunque, viene montata una sfera convessa in alto, a livello della scapola, ed un inserto concavo sull’omero.

E questo porta ad una serie di vantaggi funzionali.

L’intervento di protesi inversa, infatti, non consiste semplicemente nel “montare al contrario” le componenti articolari, ma si tratta di un vero e proprio spostamento del centro di rotazione della spalla.

Così facendo si modificano le leve di azione dei muscoli sull’articolazione.

Si crea una situazione anatomica per cui il muscolo deltoide (che si trova in alto e lateralmente al braccio) possa lavorare con maggiore efficienza e compensare un deficit della cuffia dei rotatori.

Per questa ragione, l’intervento di protesi inversa di spalla è indicato soprattutto in presenza di grandi lesioni ai tendini della cuffia dei rotatori (sovraspinato, invraspinato, piccolo rotondo e sottoscapolare).

Quando i tendini non funzionano correttamente, la testa dell’omero non è più ben stabilizzata nella scapola e la meccanica della spalla viene alterata.

Di conseguenza, ci può essere un fenomeno di “risalita” della testa omerale con un maggior coinvolgimento della cartilagine della spalla (e delle altre componenti dell’articolazione).

Questo, nel tempo, può condurre ad artrosi alla spalla, che si presenta con dolore, limitazione nei movimenti e difficoltà (o, nei casi gravi, impossibilità) a svolgere le attività quotidiane.

artrosi spalla protesi inversa

Inoltre, la protesi inversa di spalla può essere indicata in seguito a fratture complesse (che possono riguardare l’omero e/o la scapola) e per sostituire vecchi impianti.

L’intervento è programmato dal chirurgo ortopedico dopo aver attentamente valutato il caso, esaminato la funzione della spalla e le indagini strumentali.

E in seguito all’intervento, la spalla passa al fisioterapista!

La fisioterapia per la protesi inversa spalla è un trattamento necessario che può iniziare sin dalle prime settimane dopo l’intervento.

La riabilitazione post-chirurgica della spalla nei nostri centri Fisioterapici a Milano e Brescia si basa su trattamenti manuali ed esercizi terapeutici che verranno scelti in base alla fase del recupero.

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Ecco quali sono le fasi e i tempi di guarigione dopo la protesi inversa spalla.

Riabilitazione dopo la protesi inversa di spalla

La riabilitazione in seguito alla protesi inversa di spalla ha come obiettivi la gestione del dolore e il recupero della mobilità e della forza, per permetterti di ritornare a svolgere le attività quotidiane.

Nonostante ci siano diversi “protocolli” di trattamento fisioterapico, è molto importante adattarli in base al tipo di paziente e in relazione alle indicazioni del chirurgo ortopedico.

Il tempo medio di recupero dopo una protesi inversa di spalla è di circa 3-5 mesi (12-20 settimane).

E durante queste settimane, si impiegano terapie manuali ed esercizi progressivi che ti aiuteranno a raggiungere il miglior risultato funzionale.

protesi inversa spalla fisioterapia

Ecco quali sono le quattro fasi post-intervento di protesi inversa spalla.

  • Prima fase (0-3 settimane)

Nelle prime settimane post-operatorie, solitamente viene fatto indossare un tutore (sling) per sostenere il braccio, proteggere i tessuti ed evitare i movimenti lussanti.

Come, mettere la mano nella tasca posteriore, indossare una giacca o toccare la parte bassa della schiena.

Questi movimenti, in rotazione interna, estensione e adduzione, potrebbero aumentare il rischio di lussazione, ed è bene che siano evitati nelle prime settimane post-operatorie!

In questa fase, verranno eseguiti esercizi di mobilizzazione della cervicale, del gomito e del polso.

Dalla seconda-terza settimana, indicativamente, si iniziano le mobilizzazioni passive per recuperare gradualmente l’elevazione e la rotazione esterna della spalla, secondo le indicazioni del chirurgo.

  • Seconda fase (3-6 settimane)

Nella seconda fase, si continua a progredire con la mobilità passiva e vengono svolti i primi esercizi assistiti.

Sono movimenti in cui puoi iniziare a reclutare i muscoli della spalla insieme all’assistenza del fisioterapista, per ripristinare la mobilità attiva e la stabilità.

I principali muscoli da rinforzare sono il muscolo deltoide e i muscoli della scapola.

Gli esercizi sono eseguiti, inizialmente, in contrazione isometrica “statica” (ad esempio spingendo contro la mano del terapista) e utilizzando dei supporti per facilitare il movimento.

Infatti, un esercizio che può essere proposto è lo “scivolamento su lettino” da seduto, in cui si chiede al paziente di far scorrere il braccio in avanti sul lettino fino ad un certo grado di movimento.

  • Terza fase (6-12 settimane)

Dalla sesta settimana, la fisioterapia per la protesi inversa di spalla ha come obiettivi il miglioramento della mobilità attiva e della forza muscolare.

Vengono introdotti esercizi di contrazione isotonica (dinamica) nei movimenti di elevazione, rotazione esterna e per il controllo scapolare.

Ad esempio: “scivolamenti al muro”, esercizi con carrucole e, successivamente, contro leggera resistenza.

Gli esercizi potranno essere svolti da supino (pancia in su), in posizione inclinata o da seduto.

Inoltre, si cercherà di controllare eventuali compensi, come un maggiore intervento del muscolo trapezio che agisce elevando la scapola.

Infine, seguendo le indicazioni del chirurgo, si potranno eseguire gradualmente esercizi in rotazione interna ed in estensione della spalla.

  • Quarta fase (12-20 settimane)

Nell’ultima parte della riabilitazione, le terapie sono finalizzate a raggiungere il massimo livello di recupero per il paziente.

Vengono creati programmi di rinforzo muscolare contro resistenza per il muscolo deltoide e per i muscoli scapolo-toracici (trapezio, gran dorsale, pettorale, romboidi).

Si cercherà, quindi, di incrementare la mobilità attiva, potenziare il controllo motorio, migliorare la resistenza e si aggiungeranno esercizi funzionali alle tue esigenze.

Gli esercizi dell’ultima fase verranno svolti nello studio di fisioterapia e, dopo un corretto addestramento, potranno essere ripetuti anche a domicilio.

La nostra filosofia è proprio quella di educare ciascuna persona sulla propria condizione e renderla autonoma e padrona della propria salute.

Se vuoi conoscerci meglio e scoprire di più sul nostro Metodo Fisiosocial, guarda questo video!

Bene.

Queste sono le linee guida generali dopo una protesi inversa di spalla.

Ci tengo a precesare che i tempi di recupero e le modalità possono variare in relazione al caso clinico.

Per questo è fondamentale avere una comunicazione chiara ed aperta tra medico, paziente e (noi) fisioterapisti, in modo da condividere gli obiettivi e le fasi della riabilitazione.  

Se desideri richiedere un consulto fisioterapico con noi di Fisiosocial, ti lascio qui in basso i link per contattarci:

A presto!

Bibliografia

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