Le scapole alate potrebbero rappresentare per molti un semplice “difetto” estetico ma in alcuni casi si tratta di un disturbo muscolo-scheletrico doloroso che coinvolge la spalla.
E se sei finito su questo articolo è perché (forse) hai notato una posizione “strana” delle scapole e senti anche fastidi alle spalle.
Questa condizione può presentarsi ad ogni età, anche se viene comunemente riscontrata nei ragazzi e nelle ragazze durante l’accrescimento.
Negli adolescenti, infatti, è importante indagare la presenza di questi “paramorfismi”, ovvero delle alterazioni dell’atteggiamento posturale (come appunto le scapole alate o l’ipercifosi), che si possono trattare con la fisioterapia e gli esercizi posturali.
Ma questo è valido pure nei soggetti adulti e anziani!
Anche perché le scapole alate, purtroppo, possono essere una conseguenza di patologie a carico dei nervi e/o dei muscoli che controllano la scapola.
Nelle prossime righe ti parlerò proprio delle scapole alate. Ti mostrerò l’anatomia, quali sono le cause delle scapole alate e gli esercizi per migliorare la postura.
Cercherò di darti tutte le informazioni per poter comprendere al meglio questa condizione.
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Ok, iniziamo!
Le scapole: i muscoli e i movimenti
Le scapole sono due ossa piatte che si trovano ai lati della colonna vertebrale, nella regione toracica.
Sono proprio “appese” ai lati della gabbia toracica!
O meglio…sono sotto il controllo di una serie di muscoli che permettono alle scapole di rimanere in posizione ma anche (e soprattutto) di muoversi.
Le scapole, infatti, collaborano con i movimenti della spalla per permetterci di svolgere tutte le attività quotidiane.
E per questo motivo chi ha le scapole alate potrebbe avere delle grosse limitazioni!
Pensa a quando sollevi o afferri un oggetto, quando lanci un pallone o semplicemente mentre stai mangiando o bevendo.
In queste azioni, le scapole sono in stretto rapporto con l’omero (l’osso del braccio) per muovere la spalla e rappresentano il punto di connessione con la schiena.
Proprio a livello della schiena, si trovano i muscoli che hanno il compito di governare le scapole.
Vediamo quali sono…
- Probabilmente conoscerai già il trapezio. Questo muscolo, con i suoi fasci superiori e intermedi, permette di elevare la scapola e avvicinarla verso la schiena;
- Al di sotto del trapezio, troviamo i muscoli romboidi. Anch’essi sono fondamentali nell’avvicinare le scapole alla colonna (movimento di retrazione)
Puoi contrarre questi muscoli provando ad unire le scapole tra di loro. In questo modo sentirai il lavoro nel centro della schiena e una sensazione di allungamento dei muscoli anteriori (come i pettorali).
E questo fa parte di un esercizio utile in presenza di scapole alate.
Te ne parlerò tra poco, perché manca ancora un altro importantissimo muscolo da ricordare
Il gran dentato!
Il gran dentato (o dentato anteriore) è uno dei principali “responsabili” in presenza di scapole alate. Questo muscolo si trova proprio nella parte interna della scapola e si aggancia intorno alle coste (o costole).
Così facendo, quando si contrae, permette alla scapola di “attaccarsi” al bordo della gabbia toracica e di scorrere intorno.
Nell’insieme, il dentato anteriore, i romboidi e il trapezio permettono dei movimenti di avvicinamento, allontanamento e rotazione delle scapole, in associazione ai movimenti del braccio.
Infatti, così facendo, quando solleviamo la spalla, la scapola ruota in alto e di lato. Mentre quando portiamo il braccio dietro la schiena (in estensione) la scapola si avvicina al centro della schiena e in basso.
Proprio una “disfunzione” a carico del dentato anteriore, e degli altri muscoli, può dare il tipico atteggiamento “alato” delle scapole.
Ma non è l’unica condizione: vediamo quali sono le cause principali e gli altri sintomi.
Cosa sono le scapole alate?
Le scapole alate si presentano visivamente con una prominenza del bordo della scapola, come se si stesse sollevando dalla parete toracica.
Questa condizione può dipendere da un’incapacità dei muscoli di mantenere in posizione la scapola che viene trazionata di lato e in fuori.
Lo puoi notare mettendoti di profilo ad uno specchio e verificando se le scapole emergono eccessivamente dal piano della colonna.
Inoltre, chi ha le scapole alate, potrebbe anche avere difficoltà a sollevare le braccia oltre i 90°, dolore alle spalle e rigidità nei movimenti.
Ma da cosa dipende la scapola alata?
In molti pazienti non si riconosce un’origine ben precisa. Compare spontaneamente, per via di uno squilibrio tra i muscoli che muovono la scapola e la stabilizzano.
Spesso la si può notare negli adolescenti con un dorso curvo (ipercifosi) o con un appiattimento delle fisiologiche curve della colonna vertebrale.
In questi casi, la posizione della colonna favorisce l’allontanamento del bordo della scapola e i pazienti non riescono ad attivare correttamente i muscoli.
Quindi sarà importante intervenire con esercizi che coinvolgano sia le scapole sia la colonna vertebrale.
(Te ne parlerò nel prossimo paragrafo)
Esistono però patologie più gravi in cui avviene una lesione a carico dei nervi che controllano alcuni di quei muscoli di cui abbiamo parlato in precedenza.
Ad esempio, una lesione al nervo toracico lungo o al nervo accessorio spinale andrà a provocare una paralisi (ovvero una mancata attivazione) del muscolo gran dentato e del trapezio.
Di conseguenza, alla scapola mancherà il controllo muscolare e risulterà distaccata rispetto alla sua posizione naturale lungo la parete toracica.
Queste lesioni solitamente possono dipendere da traumi, infortuni durante lo sport o per effetti collaterali di altri trattamenti.
Dunque, come vedi, le scapole alate possono essere più di un “semplice problema estetico” ed è bene che vengano attentamente valutate.
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Ora, come promesso, vediamo cosa fare per le scapole alate!
Scapole alate: esercizi e rimedi
Voglio iniziare subito con una “scomoda” verità scientifica: i rimedi per le scapole alate non si basano su tutori, corsetti o altre terapie passive.
Questi supporti esterni, infatti, andranno ulteriormente ad annullare l’azione dei muscoli. Quindi, evita di spendere tempo (e denaro) con trattamenti inefficaci e non scientifici.
Ecco la seconda verità: per risolvere le scapole alate è fondamentale seguire un percorso di esercizi!
Infatti, essendoci alla base uno squilibrio muscolare, si deve cercare di eseguire con costanza esercizi che vadano a “bilanciare” le forze sulla scapola.
E andiamo dritti al sodo.
Il primo consiglio che voglio darti è quello di imparare a percepire l’attivazione di questi muscoli che muovono la scapola, ti spiego come:
- Da seduto, prova ad unire le scapole senza piegare i gomiti, eseguendo una retrazione delle spalle. Immagina di voler “aprire il petto”, portando indietro le braccia.
In questo modo comincerai ad attivare i muscoli romboidi e trapezio medio che permettono di avvicinare le scapole alla colonna vertebrale.
Successivamente, spostiamo il focus sul rinforzo del muscolo dentato anteriore:
- Da in piedi, solleva le braccia a circa 90° e appoggiati con le mani ad un muro davanti a te. Mantenendo i gomiti dritti, spingi con le mani come se volessi allontanare il petto dal muro.
Dovresti sentire le scapole che si “attaccano” alla parete toracica e si muovono lateralmente mentre il corpo va indietro.
Cerca di farlo mantenendo una buona posizione con la schiena.
Questo stesso esercizio può essere fatto con l’utilizzo di un elastico. In questo modo riuscirai a dare uno stimolo maggiore grazie alla resistenza e a progredire nelle settimane.
Inoltre, è utile inserire anche esercizi di mobilità della colonna dorsale e allungamenti dei muscoli anteriori del torace (come i muscoli pettorali)
Se vuoi vedere come farli nel migliore dei modi, clicca qui su questo nostro video. Potrai seguire tutte le istruzioni dettagliate per ogni esercizio e ottenere ulteriori chiarimenti sulle scapole alate.
Spero che questo articolo ti sia stato d’aiuto per comprendere e trattare le scapole alate. Per richiedere una valutazione più approfondita e spiegarci il tuo caso, clicca adesso ai link qui in basso:
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A presto!
Bibliografia
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