Klaus Qemal

Pubalgia: cos’è, sintomi e come curarla in 3 step

Sintomi

Dolore acuto
Dolore cronico

La pubalgia è un disturbo molto frequente tra gli sportivi che eseguono continui e rapidi cambi di direzione, sprint e calci.

Proprio nel calcio, infatti, si stima che la pubalgia sia il terzo infortunio più comune e può causare assenza dagli allenamenti per un periodo variabile dalle 3 settimane ai 9 mesi!

È frequente anche in chi pratica hockey, tennis, e nel 68% dei casi la pubalgia origina da un “disturbo” a carico dei muscoli adduttori (che si trovano all’interno della coscia).

pubalgia

Se hai mai avuto un caso di pubalgia o se la stai affrontando in questo momento, saprai che si tratta di una condizione molto “delicata”.

Chi soffre di pubalgia, infatti, deve seguire un percorso ben strutturato e progressivo. Questo è l’unico modo per recuperare la capacità dei muscoli e dei tendini di tollerare i carichi e diminuire i dolori.

In questo articolo ti spiegherò le cause, i sintomi e il trattamento della pubalgia.

Seguilo fino in fondo perché ti parlerò proprio delle 3 fasi per recuperare dalla pubalgia e ritornare a giocare senza fastidi.

Se sei interessata/o a richiedere una consulenza specifica per il tuo caso, nei nostri studi oppure online, puoi farlo cliccando ai link qui in basso:

Intanto, sai perché compare la pubalgia?

Che cos’è la pubalgia e perché avviene

Per pubalgia si intende, generalmente, un dolore localizzato tra l’addome e la parte interna della coscia.

Si tratta di un’ampia zona anatomica!

Per questo il primo passo è riuscire a riconoscere dov’è presente il dolore e quali sono le strutture coinvolte.

pubalgia adduttori

Nei casi più comuni, la pubalgia può dipendere da un “problema” a carico degli adduttori, quei muscoli che dal pube si inseriscono nell’interno coscia.

Questi muscoli si attivano quando calciamo il pallone, nei cambi di direzione ma anche nella corsa ad alta velocità.

Oltre ai muscoli adduttori, tra le varie cause di pubalgia, possono esserci anche gli addominali, il muscolo ileopsoas e l’articolazione dell’anca.

Ma perché avviene la pubalgia?

In presenza di una pubalgia di tipo muscolo-scheletrica, si genera un processo patologico a livello dell’inserzione dei tendini sul pube, o vicino ad esso.

E questo può dipendere, sostanzialmente, da due situazioni.

  • La prima è il sovraccarico!

Se hai svolto un periodo di allenamenti o partite più intense e ravvicinate; se hai aumentato troppo velocemente i carichi; oppure se non hai recuperato a sufficienza da un vecchio infortunio….

Ecco, potresti andare incontro ad un sovraccarico sui tessuti muscolari e tendinei tale da determinare la pubalgia.

  • Un’altra situazione, invece, è che ci sia stato un trauma acuto che ha determinato una lesione o “stiramento” a carico di queste strutture.

In questo caso, quindi, potresti ricordare di aver fatto un movimento rapido e improvviso con la gamba, solitamente in allungamento o in apertura dell’anca (abduzione).

E successivamente a questo gesto, hai avvertito un dolore fitto e intenso a livello dell’interno coscia.

Tra poco vedremo, appunto, quali sono i sintomi per riconoscere una pubalgia di origine muscolo-tendinea.

È importante sapere che, oltre a questi due eventi principali, gli studi scientifici hanno individuato una serie di fattori che aumentano il rischio di incorrere nella pubalgia.

Uno di questi è la presenza di squilibrio tra la forza degli adduttori e quella degli abduttori, ovvero i muscoli laterali dell’anca (tra cui i glutei) che agiscono in opposizione agli adduttori.

Infatti, nei calciatori con pubalgia, è stata riscontrata una maggiore debolezza a carico degli adduttori!

Ma non è “semplicemente” un problema di forza!

Bisogna infatti considerare tutta la “catena muscolare”, tra cui anche gli addominali e i muscoli dell’anca, che intervengono nella distribuzione dei carichi e nella stabilità del tronco e degli arti.

E nell’ultima parte dedicata al recupero ti spiegherò meglio come intervenire su questi aspetti.

Prima vorrei approfondire quali sono i sintomi della pubalgia.

I sintomi della pubalgia

Il sintomo principale della pubalgia (chiamata anche “sindrome retto-adduttoria”) è il dolore, che può presentarsi nella zona tra il pube, l’inguine e l’interno coscia.

In caso di un evento acuto, come uno “strappo” in seguito ad un tackle o ad un calcio, potrebbe esserci anche gonfiore e edema per via della lesione ai tessuti.

Quando invece si tratta di una condizione cronica, di lunga durata, solitamente non è presente il gonfiore.

Se hai una pubalgia che origina dagli adduttori, il dolore peggiora quando provi ad avvicinare (addurre) le cosce contro resistenza.

In questo modo si contraggono proprio gli adduttori e compaiono i sintomi.

Il dolore potrebbe estendersi lungo l’arto inferiore e presentarsi anche quando provi a sollevare il tronco da terra (contraendo gli addominali) oppure nell’alzare la gamba (contraendo il muscolo ileopsoas).

Questo conferma come la gestione di questa problematica debba tenere in considerazione tutti questi muscoli.

Inoltre, potresti avere anche difficoltà nei movimenti in carico sulle gambe, come alzarti e sederti, oppure nel fare delle torsioni e spostare dei pesi.

Dunque, la pubalgia può limitarti non solo durante le attività sportive, ma anche nei “semplici” movimenti quotidiani.

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Il nostro metodo si basa su un’accurata valutazione iniziale e su un percorso di riabilitazione scientifico attraverso esercizi mirati, specifici e sicuri.

Ecco come lavoriamo in caso di pubalgia!

Come curare la pubalgia in 3 step

Se stai cercando di recuperare dalla pubalgia, probabilmente avrai già sentito diversi pareri.

C’è chi consiglia di riposare per 2 settimane e riprendere gli allenamenti; chi invece si “cura” con antinfiammatori e poi qualcuno prova a guarire con terapie passive come la tecar o il laser.

Purtroppo questi trattamenti sono inefficaci in presenza di una pubalgia e, spesso, servono solo a “coprire” momentaneamente il dolore.

Infatti, il trattamento della pubalgia deve essere, innanzitutto, scientifico, ovvero basato su quello che raccomandano le linee guida internazionali.

Che indicano l’esercizio come terapia di prima scelta in caso di pubalgia!

In più, nella nostra esperienza, abbiamo notato che è molto importante impostare un piano di fisioterapia “rigoroso” nel rispetto dei sintomi, del dolore e dei carichi.

Cosa significa?

Vuol dire che bisogna essere pazienti e seguire un percorso, suddiviso in diverse fasi, per migliorare le capacità dei muscoli e dei tendini e riuscire finalmente a sbarazzarsi della pubalgia.

Ecco quali sono i 3 step per il trattamento della pubalgia!

  • 1. Gestione del dolore

        In questa fase inziale, è necessario gestire i carichi per evitare di aumentare i sintomi alla coscia e all’inguine.

        Quindi, ad esempio, ridurre l’intensità degli allenamenti, la corsa, e tutte quelle attività che possono incrementare il dolore.

        ALT!

        Non ti sto dicendo di stare sul divano a riposo.

        Anzi, si devono eseguire degli esercizi di “attivazione” degli adduttori, dei muscoli addominali e delle anche.

        Solitamente si consiglia di iniziare con delle contrazioni isometriche senza dolori, da mantenere per 30-40 secondi e ripetere per 4-5 serie.

        Questa fase è direttamente collegata alla successiva, che invece prevede anche esercizi dinamici.

        • 2. Recupero della mobilità e della forza

          È la parte centrale del recupero ed è finalizzata ad aumentare la capacità dei tendini e dei muscoli di tollerare il carico.

          Quindi possono essere svolti esercizi con resistenze elastiche, con dei pesi e sfruttando il peso corporeo.

          Inoltre, è fondamentale anche migliorare la capacità di allungamento e contrazione dei muscoli adduttori, del muscolo ileopsoas e degli addominali.

          Andiamo dritti alla parte pratica!

          Abbiamo voluto creare un video proprio per mostrarti alcuni degli esercizi che proponiamo ai nostri pazienti per affrontare al meglio la pubalgia.

          Clicca qui per vederlo!

          • 3. Recupero dei gesti sportivi

          L’ultimo step della riabilitazione ha come obiettivo quello di ritornare a svolgere un allenamento completo, senza dolori.

          Questo, per gli sportivi, significa recuperare la velocità nei movimenti, la rapidità e il controllo motorio. In questa fase, dunque, si cerca di re-introdurre salti, balzi, esercizi di coordinazione e scatti.

          In poche parole, l’obiettivo finale è quello di essere pronti per tornare in campo.

          Se desideri richiedere una consulenza approfondita e specifica per la tua condizione, puoi farlo cliccando ai link qui in basso:

          Saremo felici di poterti aiutare a sconfiggere la pubalgia!

          A presto.

          Bibliografia

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